Le origini dell’azienda risalgono al 1948 quando Marcello Danieli e Rinaldo Menegon creano a Caerano di San Marco (Treviso) un laboratorio artigianale per la produzione di scarponi da montagna e da lavoro. Nella zona pedemontana, già fin dalla Prima Guerra Mondiale, si era sviluppata una fiorente industria calzaturiera, principalmente indirizzata alla realizzazione di calzature militari per i soldati in guerra. Nel primo decennio l’azienda vendeva le calzature senza ancora un marchio; all’inizio del 1967 i due soci fondatori decisero di separarsi e Marcello Danieli fondò la propria azienda, il “Calzaturificio Diadora”. Il nome scelto derivava dal greco “διά δωρέα” (dia-dorea) col significato di “condividere doni ed onori”, il che rifletteva la filosofia del marchio con valori quali il rispetto e la condivisione nonché l’offerta del ​​miglior design e della massima qualità. Un’altra versione etimologica è legata al suggerimento del nome dato da un rappresentante del calzaturificio; questi era originario di Zara, la città dalmata ceduta alla Jugoslavia durante la Seconda Guerra Mondiale, il cui nome antico era proprio “Diadora”.

Il primo marchio raffigurava la lettera “D” al cui interno viveva uno sciatore stilizzato e il logotipo con lettere minuscole. Negli anni Sessanta avviene la conversione della produzione verso il mondo dello sport, non solo invernale; infatti quel decennio segna l’esplosione dello sport professionistico e Diadora è la prima azienda italiana a sviluppare una nuova concezione di marketing sportivo che si traduce nella scelta di ingaggiare campioni di grande appeal come testimonial. Lo sport diventa fenomeno di costume e i suoi prodotti sconfinano dalla pratica agonistica al tempo libero contribuendo a formare il gusto dell’epoca nel nuovo mercato “lifestyle”.

Nel 1972 il marchio, disegnato dall’ex dipendente Sergio Gallina, era chiamato “cinque palle” perché composto da cinque cerchi che formavano le lettere in minuscolo, richiamo del simbolo delle Olimpiadi. Nel 1973 al marchio si aggiunse un fregio, disegnato dal grafico Bruno Garbuio, cioè una silhouette a forma di uccello o di freccia che rifletteva lo spirito libero del marchio. Diadora è protagonista indiscussa nelle competizioni internazionali grazie alle partnership con campioni di calibro mondiale; infatti ciò che fece la fortuna di Diadora furono le sponsorizzazioni sportive, in particolare con Montreal 1976, per il tennis e il calcio. La svolta arrivò con la sponsorizzazione a Bjorn Borg, tennista svedese considerato uno dei migliori giocatori della storia del tennis. Negli anni successivi, moltissimi atleti di molte discipline vestirono Diadora confermando il trend positivo dell’azienda italiana.

Per migliorare la resa e la lettura, il logotipo nel 1983 fu sottoposto ad un restyling con le aste dai bordi arrotondati e con una maggiore distanza tra le lettere.

Nel 1998 il marchio subisce un restyling con l’utilizzo del carattere maiuscolo “Eurostile extended bold”; viene anche adottato il colore giallo per il simbolo. Nello stesso anno una nuova intuizione permette a Diadora di capitalizzare l’esperienza maturata nel mercato sportivo e di tornare alle origini attraverso il recupero della calzatura da lavoro a cinquant’anni dalla sua fondazione: nasce “Utility Diadora” per la produzione di calzature antinfortunistiche ad alta tecnologia. Nel 2009 l’azienda si fonde con l’Invicta, azienda del torinese famosa per gli zaini, e successivamente viene acquisita dal gruppo Geox con l’obiettivo di valorizzarne l’enorme potenziale del brand.

Nel 2018, per festeggiare i 70 anni, è stato rispolverato il marchio in uso nel 1983.