È il 1947 quando il signor Lorenzo Isoardi apre a Cuneo la sua agenzia di viaggi con il nome “Alpi”; si affermò come tour operator introducendo, per primo in Italia, i programmi “inclusive tour” verso le capitali europee e, in seguito, i voli speciali per le più invitanti mete balneari del Mediterraneo. Trasportava in pullman ed in treno gli italiani agli eventi più significativi dell’epoca come l’Anno Santo a Roma ed il Carnevale di Nizza; nel 1951 la “Alpi” ottenne la rappresentanza della LAI (Linee Aeree Italiane). Il primo marchio del 1947 era costituito dalla scritta calligrafica “Alpi”; nel 1966 fu inserita in un cerchio con un gabbiano e la scritta “inclusive tours”, cioè “viaggi tutto-compreso”. La metafora esprimeva analogia tra la vita libera senza costrizioni dell’uccello ed il servizio offerto ai propri clienti.

Nel 1967 diventò “Alpitour” ma, solo nel 1970, Sergio Dabovich operò il restyling del marchio: l’inserimento del gabbiano stilizzato su un cerchio azzurro con il lettering minuscolo. Nel 1984, lo stesso autore operò una piccola modifica, soprattutto per quel che riguardava il lettering.

Nel 1997, per il cinquantenario, Federico Dabovich ha apportato una modifica al marchio: appare infatti ovalizzato e chiaroscurato, come fosse una targhetta.

Nel 2020, assieme alla riproposizione della forma circolare azzurra del 1970, Alpitour presenta una soluzione di illusione ottica che rende “visibile” il gabbiano bianco con un’ulteriore stilizzazione. Il logotipo, sempre minuscolo, presenta un carattere più moderno.