Nel 1911 l’imprenditore torinese Walter Martiny, ingegnere di origine svizzera, fondò una piccola fabbrica per la produzione di articoli in gomma specializzandosi successivamente nella distribuzione di stivali impermeabili al fine di migliorare le condizioni di lavoro nei campi e nelle risaie di un’Italia ancora prevalentemente agricola. Il suo primo marchio, tipico dell‘epoca, era composta da caratteri maiuscoli con svolazzi e chiaroscuri.

Nel 1913 l’attività confluì nella società “Fabbriche Riunite Industria Gomma Torino” specializzata, oltre che in stivali, tacchi, canotti gonfiabili, camere d’aria e copertoni per biciclette, giocattoli, anche in pneumatici per il nascente settore automobilistico. Poi iniziò a produrre esclusivamente calzature per il tempo libero con suola in gomma nella cosiddetta “fabbrica di Superga” perché la fabbrica sorgeva lungo il Po, proprio ai piedi della basilica sulla collina torinese. La svolta arriva nel 1926 quando il fondatore sposa un’appassionata di tennis e inventa una scarpa in tela con suola di gomma vulcanizzata, grazie al brevetto di vulcanizzazione della gomma del 1844, proprietà dell’americano Charles Goodyear. La scarpa è il “modello 2750”, quello che tutti conoscono come “le Superga”, le scarpe generiche da ginnastica e da gioco; il prodotto è presentato nei cataloghi degli anni Trenta come “la scarpa che respira” grazie all’impiego di cotone sfoderato e traspirante.

Nel 1933 il marchio raffigurava la scritta, con caratteri tipici dell’epoca, racchiusa in un ovale a raggiera; questo marchio accompagnerà le prime calzature destinate al tennis, pallacanestro, yachting, ginnastica.

Nel 1935 il marchio mostrerà una raggiera più fitta e i caratteri maiuscoli bastone. Durante la seconda guerra mondiale produsse anche le maschere antigas; dopo la guerra riprese la produzione concentrandosi nuovamente nella fabbricazione di calzature.

Nel 1948 fu disegnato il nuovo marchio con caratteri gotici, tutto minuscolo con l’iniziale maiuscola. Nel 1951 la fusione con Pirelli, socio di maggioranza, fece aumentare la produzione in maniera vertiginosa.

La fortuna dell’azienda si deve, oltre alla ricerca e all’innovazione, anche ad un’attenta politica di comunicazione; nel 1962 fu incaricato Albe Steiner per il progetto del marchio all’insegna del minimalismo e della semplicità. Infatti l’ovale storico faceva da sfondo ad una lettera “S” bianca, percepita come illusione ottica; la parola era composta con Helvetica maiuscolo. Risentendo della nuova crisi che colpisce il mercato italiano, dal 1975 Superga si specializza nel mercato di articoli sportivi e, nel 1981, debutta ufficialmente nel campo dell’intero abbigliamento sportivo. Seguono anni molto difficili, anche per l’incrementale competizione sul mercato, ormai diventato globale; diventa ormai impossibile per l’industria torinese reggere la concorrenza con le scarpe ipertecnologiche in arrivo dagli Usa o dall’oriente.

Nel 2001 il marchio Superga fu ceduto alla multinazionale Basic Net, che possiede tuttora la licenza mondiale per produrre e distribuire i prodotti; nel marchio varierà leggermente la composizione con il cambio della lettera “S”, il colore rosso e utilizzando l’Helvetica bold.

Nel 2011, in occasione del centenario, è stata ripensata l’intera politica di comunicazione anche se il management ha ritenuto opportuno riproporre nella comunicazione il marchio di Albe Steiner del 1962 con un leggero restyling affidato a Giovanni Brunazzi.