L’Arma dei Carabinieri (dapprima “Corpo dei Carabinieri Reali” e poi “Arma dei Carabinieri Reali”) è una delle forze di polizia italiane con competenza generale e in servizio permanente di pubblica sicurezza. Il Corpo fu creato durante la Restaurazione dal re Vittorio Emanuele I di Savoia al suo rientro a Torino nel 1814. Da un punto di vista militare si trattava di un corpo di fanteria leggera con una componente di cavalleria; il primo stemma era quello dei Savoia e cioè uno scudo rosso con una croce bianca, sovrastato dalla corona. Nel 1833, con decreto del re Carlo Alberto di Savoia, vennero adottati i colori del pennacchio e cioè lo scarlatto ed il turchino. Nel 1924, durante il ventennio fascista, lo stesso scudo sabaudo era accompagnato dai fasci littori.

Nel 1935 lo stemma divenne uno scudo rosso con una croce d’argento, accompagnata nei cantoni sia da una mano d’argento che stringe un serpente di verde sia da una granata dirompente d’oro caricata dalle iniziali del re Vittorio Emanuele; nella parte superiore dello scudo era posizionata l’aquila dei Savoia su campo azzurro. Lo scudo era sormontato dalla Corona Reale e poggiato sopra due fasci littori con la scure all’esterno; sotto un cartiglio azzurro col motto “Nei secoli fedele”.

Il mutamento della forma costituzionale del 1946 comportò il cambiamento anche dello stemma; nel 1952 era composto da una zampa di leone dorata che stringe un serpente (in campo azzurro) mentre in campo rosso era presente una quercia sradicata d’argento. Dietro allo scudo c’erano due carabine, quattro sciabole e tanti nastri svolazzanti; nella parte alta campeggiava la granata fiammante.

Nel 1977, dovendosi modificare lo stemma per inserire le nuove decorazioni nel frattempo concesse all’Arma dei Carabinieri, fu promossa una nuova elaborazione, specialmente per la parte relativa ai simboli delle decorazioni, su disegno di Francesco Paolo Volta; sulla granata comparve il monogramma della Repubblica Italiana.

Nel 1989 l’Arma dei Carabinieri assunse il rango di “forza armata” e quindi nacque l’esigenza di adattare lo stemma al nuovo status recuperando tutti gli elementi precedenti, innestati in un percorso araldico rigoroso e in un modello grafico più armonico. Lo stemma venne leggermente modificato e essenzializzato: furono ridotti gli ornamenti ai lati dello scudo e comparve la corona turrita d’oro.

Nel 2002 lo stemma araldico fu modificato con lo scudo rosso e blu che contiene alcuni simboli: una mano d’argento che addomestica un serpente verde, simbolo di cautela e spirito guerriero. Poi una granata d’oro in fiamme, presente anche sulle divise, come simbolo dell’artiglieria vittoriosa. Poi un leone d’oro, simbolo del buon governo, davanti ad una quercia con ghiande, simbolo di glorie militari.

Oltre all’evoluzione dello stemma araldico, l’identità visiva dei Carabinieri è fortemente riconoscibile grazie ad altri elementi distintivi: le auto blu con la scritta bianca in maiuscolo sulle fiancate, la granata dirompente sul berretto col monogramma “RI”, il pantalone nero con la fascia rossa, il pennacchio rosso e blu dell’alta uniforme, la divisa dei Corazzieri a guardia del Presidente della Repubblica. Una curiosità: fino al 1971 le livree delle vetture erano verde militare; nel 1969 furono condotte sperimentazioni cromatiche potendo scegliere la nuova livrea tra il blu e il bianco. Fu scelto il blu scuro perché considerato il colore più adeguato al contesto operativo urbano ed extraurbano al fine di rendere l’unità mobile più facilmente individuabile.